Eccoci praticamente reduci dalla prima edizione di Seeds&Chips (26-29 Marzo @ MiCo, Milano Congressi).

Per essere l’appuntamento #1, che dire, tanta roba: agricoltura a base di droni, pizze fai da te su smart-table, o-phone per afferrare (finalmente!) l’odore del cibo, microfono “recita l’ingrediente mancante e Amazon fresh te lo porta a casa”, social eating (tanto, troppo!) …e “restaurants 3.0” dove ognuno reinterpreta a modo suo il concetto.

Ma il bello delle idee e del pensiero creativo è questo. Ognuno “sogna” il proprio spazio e tenta di convincere il resto del mondo che sia quello giusto, quello che cambierà abitudini e modi di fare ops consumare. E, aggiungiamo, se poi si riesce anche a scatenare una sana condivisione del sogno e a fare sistema il mondo è anche “migliore”.

Insomma tutto lo dimostra: è proprio il momento delle food start-up e dell’Internet of Food! In questo panorama Seeds&Chips voleva essere giusto – pre Expo – un primo punto internazionale della situazione.

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Il fermento che c’è da un lato stordisce, dall’altro – almeno per noi – scuote: già da un po’ ci domandiamo se sia ancora tempo di restarsene blogger. Forse si, forse no, forse non solo… A dire il vero il desiderio di trasformazione ci aveva portato già qualche anno fa a sconfinare (tra food tours e food events per aziende) ma non a ribaltare il punto di vista, il tipo contributo alla valorizzazione dell’Italian Food che obiettivamente ci preme. E probabilmente è proprio per questo che è giunto tempo…

E mentre tentiamo di chiarire la faccenda, di mettere a fuoco una direzione – tra noi medesimi, mondo che corre, possibili investitori interessati (chissà?!) al nostro modo di intendere il futuro-  eccoci al vero motivo del post. Il resto “scuse”…e riflessioni più interiori.
Volevamo iniziare in questo piccolo spazio web a rendere omaggio a progetti innovativi nel mondo del food che hanno catturano la nostra attenzione. Creando connessione con Roma ovviamente.
Cucina Mancina la food community per chi mangia differente il primo.
Sarà la cura, l’attenzione che traspare o forse quella caparbietà di fare network su argomenti sempre più attuali e protagonisti, certo è che l’energia”pugliese” di fondo che lo smuove ci ha conquistato.

Cucina Mancina tenta in sostanza di soddisfare grazie a una rete di chef/blogger scelti, i palati di chi propende per una delle 7 (per ora!) mancinità: 1. Vegetariano, 2. Vegano, 3. Allergico, 4. Pochi Grassi, 5. Pochi Zuccheri, 6. Poco Sodio, 7. Curioso Alimentare.
Ricette, “dove mangio”, “dove compro” ma anche progetto editoriale con un libro che ha fatto il tutto esaurito in poco tempo.

E a modo nostro sosteniamo le “mancinità” – siano esse frutto di libera scelta o di necessità – indicando su Roma qualche indirizzo dove “divorarle”. A onor del vero la capitale non le copre secondo noi ancora degnamente e dunque non riusciamo nemmeno a soddisfarle tutte al momento, 4 su 7. Vediamo (in ordine casuale)…

Mancinità “Vegetariano”

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Le Bistrot dal 1987 via delle Sette Chiese 160, Garbatella. Propone anche (sempre più) piatti vegani a dirla tutta; e a dirla ancora più tonda le appassionate proprietarie sono giust’appunto vegane. Ma nasce vegetariano, noi abbiamo cominciato ad amarlo così e come tale lo citiamo.

Arancia Blu – via Cesare Beccaria 3, Flaminio (Piazza del Popolo). Vegetariano e vegano, a memoria tra i primi a Roma nella sede storica di San Lorenzo.

Il Margutta RistorArte – via Margutta 118 (Piazza del Popolo). Altro storico indirizzo ben noto ai vegetariani romani. A volte ci è parso altalenante nella cucina ma resta tra i riferimenti in centro, anche per il brunch nel suggestivo ambiente.

Armando al Pantheon – salita dei Crescenzi 31. Un’eccezione in quanto non solo veg. Ma è uno dei nostri ristoranti del cuore, che apprezziamo ancor di più dal momento che offre – oltre al resto e ai suoi cavalli di battaglia romani – un ricco menu vegetariano.

Mancinità “Vegano”

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Romeow cat bistrot – via Francesco Negri 15, Ostiense. Reinterpretazione dei cat café giapponesi con cucina vegana.

Grezzo “raw chocolate” – via Urbana 130, Monti. Pasticceria cioccolateria e gelateria totalmente vegana, senza glutine e senza lattosio.

La Capra Campa – via Dignano D’Istria 51/A, Prenestina.  Piccolo Bistrot con menu veg dedicati e personalizzati per pranzo e cena.

Mancinità “Allergico” – Celiachia

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Parliamo della mancinità no glutine, su cui – più che per altre – la capitale nel tempo si è attrezzata. A nostro avviso sempre abbastanza attuale un vecchio e popolare nostro post in cui citavamo 10 indirizzi gluten free, con qualche aggiunta d’obbligo: due pasticcerie Sans de blè (in via Chiabrera), Napoleoni (in via Appia).

Mancinità “Curioso Alimentare”

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Qui si fa riferimento – è chiaro – a cucina originale, cucina che osa. Su questo possiamo affermare con certezza che Roma non sta affatto deludendo. Sempre più sono gli indirizzi che propongono con successo cucina insolita e all’avanguardia con qualità e attenzione. E dunque che si fa, ci siamo detti? Quanti ne citiamo? La risposta è: UNO. Abbiamo deciso di riportare quello che a nostro avviso più di altri rappresenta questo corso ed è divenuto un po’ un indirizzo del cuore per noi, ossia Marzapane @ Piazza Fiume. Non ce ne vogliano gli altri…

In bocca al lupo ai curatori e buona cucina mancina a tutti!

Immagini: Eppela, Gambero Rosso, Marzapane, Tavole Romane